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"Che infinita stanchezza... dov'è la luce? E perchè sono sveglia, ma non riesco ad aprire gli occhi? Dai, apritevi... ecco, c'è qualcosa di fresco e rilassante sulla bocca, nel naso...ah... è la mascherina dell'ossigeno... Mi sto risvegliando dall'anestesia... dunque è già tutto fatto?".
Nessun dolore. Solo una fatica incredibile nell'aprire gli occhi e l'impossibilità di parlare.
"Buongiorno Alina, tutto bene?"
Chi aveva parlato? Cercò di guardarsi intorno: c'erano diversi dottori e infermieri, sembrava stessero aspettando che lei si risvegliasse. Come mai tutta quella gente lì per lei?
Troppa fatica chiederselo, guardare, tenere gli occhi aperti. Meglio richiuderli.
"Alina... Alina, sei sveglia?"
Avete mai provato la sensazione sopra descritta? Se sì, vuol dire che siete stati operati di qualcosa e avete provato a risvegliarvi dopo un'anestesia generale.
Io l'ho provato.
Alina, la protagonista del mio libro, pure.
Infatti il libro è la storia di tale Alina, una mamma single che, dopo un'operazione di routine, scopre in realtà di avere una terribile malattia: la leucemia.
NO! Non è solo drammatica la storia, anzi! Descrive come una donna, già provata dalla vita, reagisce di fronte ad una malattia, a un qualcosa che potrebbe davvero portale via la vita e, con essa, l'amore, la fiducia, la speranza, la vittoria ed allo stesso tempo la tristezza, la sfiducia, la fragilità, la sconfitta. Perchè la vita è tutto questo e, per quanto sia difficile vivere e amare, vale sempre la pena.
Alina scoprirà se stessa e combatterà per la propria vita, aiutata dal pensiero di sua figlia che adora e... da un nuovo amore che la travolgerà nel momento più impensato, e per questo più vero e unico.
Alla fine di un tunnel c'è sempre la luce. Basta cercarla. E trovarla.
Lo penso davvero, non solo per onore del libro. Guai se non lo pensassi!
Sabina
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